Con l’ingresso a Gerusalemme, Gesù si consegna volontariamente
alla morte, secondo un disegno che non è frutto del caso, ma risponde ad un
progetto di salvezza di Dio. Dio permette il male, acconsente alla morte del
Figlio per un giudizio che sfugge alla comprensione umana. Questo progetto di
salvezza, che si compie con la condanna a morte del Servo, trova una sua
anticipazione nella figura del Servo di YHWH, uomo dei dolori, reietto e
disprezzato, condotto al macello per i nostri delitti, schiacciato per le
nostre iniquità (Is 52, 13 - 53, 12). La passione di Gesù realizza
la profezia dell’Antico Testamento.
DALLE "ESPOSIZIONI
SUI SALMI" DI SANT’AGOSTINO,
VESCOVO (En. in Ps. 61, 22)
Quanti beni ci ha recati la passione di Cristo!
Sí, fratelli, era necessario il sangue del giusto perché
fosse cassata la sentenza che condannava i peccatori. Era a noi necessario un
esempio di pazienza e di umiltà; era necessario il segno della croce per
sconfiggere il diavolo e i suoi angeli (cf. Col 2, 14. 15). La passione
del Signore nostro era a noi necessaria; infatti, attraverso la passione del
Signore, è stato riscattato il mondo. Quanti beni ci ha arrecati la passione
del Signore! Eppure la passione di questo giusto non si sarebbe compiuta se non
ci fossero stati gli iniqui che uccisero il Sìgnore. E allora? Forse che il
bene che a noi è derivato dalla passione del Signore lo si deve attribuire agli
empi che uccisero il Cristo? Assolutamente no. Essi vollero uccidere, Dio lo
permise. Essi sarebbero stati colpevoli anche se ne avessero avuto solo
l'intenzione; quanto a Dio, però, egli non avrebbe permesso il delitto se non
fosse stato giusto.
Che male fu per il Cristo l'essere messo a morte? Malvagi
furono certo quelli che vollero compiere il male; ma niente di male capitò a
colui che essi tormentavano. Venne uccisa una carne mortale, ma con la morte
venne uccisa la morte, e a noi venne offerta una testimonianza di pazienza e
presentata una prova anticipata, come un modello, della nostra resurrezione.
Quanti e quali benefici derivarono al giusto attraverso il male compiuto
dall'ingiusto! Questa è la grandezza di Dio: essere autore del bene che tu fai
e saper ricavare il bene anche dal tuo male. Non stupirti, dunque, se Dio
permette il male. Lo permette per un suo giudizio; lo permette entro una certa
misura, numero e peso. Presso di lui non c'è ingiustizia. Quanto a te, vedi di
appartenere soltanto a lui, riponi in lui la tua speranza; sia lui il tuo
soccorso, la tua salvezza; in lui sia il tuo luogo sicuro, la torre della tua
fortezza. Sia lui il tuo rifugio, e vedrai che non permetterà che tu venga
tentato oltre le tue capacità (cf. 1 Cor 10, 13); anzi, con la
tentazione ti darà il mezzo per uscire vittorioso dalla prova. È infatti segno
della sua potenza il permettere che tu subisca la tentazione; come è segno
della sua misericordia il non consentire che ti sopravvengano prove più grandi
di quanto tu possa tollerare. Di Dio infatti è la potenza, e tua, Signore, è
la misericordia; tu renderai a ciascuno secondo le sue opere.
Sant'Agostino
Nessun commento:
Posta un commento