La cattedra
La cattedra è
un oggetto che parla a noi dall'antichità.
Ancora oggi chi siede in cattedra dovrebbe avere autorità nei suoi discorsi e nei contenuti; e così tutta la comunità dei docenti, nelle scuole di ogni ordine e grado, prende posto sulla cattedra, agli occhi dei più semplicemente una sedia come le altre ma distinta per la presenza dei braccioli. I docenti siedono in un luogo privilegiato per educare, formare e insegnare; siedono in cattedra per esporre, istruire, comunicare.
Ancora oggi chi siede in cattedra dovrebbe avere autorità nei suoi discorsi e nei contenuti; e così tutta la comunità dei docenti, nelle scuole di ogni ordine e grado, prende posto sulla cattedra, agli occhi dei più semplicemente una sedia come le altre ma distinta per la presenza dei braccioli. I docenti siedono in un luogo privilegiato per educare, formare e insegnare; siedono in cattedra per esporre, istruire, comunicare.
Abside della Basilica di san Giovanni in Laterano |
La
cattedra lignea come segno di prestigio ma sopratutto come seggio dal
quale si istruisce il popolo, con la pace Costantiniana e il
successivo accrescimento del'autocomprensione e prestigio degli
episcopi della nuova
religione di stato, è divenuto non solo il seggio del magistrato o
del funzionario imperiale, luogo di retorica e di insegnamento
didattico, ma sella esclusiva
del vescovo che insieme ai presbiteri ed ai diaconi, nelle
celebrazioni presiede nella carità, è il segno visibile dell'unità
della Chiesa, segno del Cristo Maestro che forma i popoli, conduce
e governa la plebs Dei in
nome del Pastor magnus ovium (cfr.
Eb 13,20).
L'uso
cristiano della cattedra è attestato in forme artistiche varie. Le
cattedre più antiche, giunte fino a noi, sono quelle ricavate
nei cimiteri, nelle catacombe e che servivano per “accogliere” il defunto durante
i refrigeria. Affreschi,
sarcofagi, mosaici e
bassorilievi trasmettono all'osservatore attento l'immagine di un
mondo che concepiva la cattedra come luogo esclusivo, occupata da
Cristo stesso come nei mosaici absidali o nella forma dell'etimasia,
del trono vuoto sormontato dalla
croce e dai simboli della passione.
Nel
culto cristiano la cattedra è il seggio esclusivo del vescovo dalla
quale egli presiede le celebrazioni per il popolo di Dio radunato in assemblea, lo
istruisce nella formazione e lo guida al posto di Dio così
come insegna sant'Ignazio di Antiochia: Occorre dunque
onorare il vescovo come il Signore stesso (Ad
Eph., VI). L'architettura delle chiese cristiane antiche porta a
sottolineare il valore della posizione della cattedra, disposta
nell'abside, alle volte nella forma di sinthronos,
ovvero con a fianco i seggi per i presbiteri ed i diaconi,
liturgicamente e teologicamente messa in dialogo con la
rappresentazione del Cristo nel catino absidale che sovrasta il
vescovo celebrante.La cattedra quindi come simbolo della diocesi, del suo vescovo ma anche immagine escatologica del popolo che fissa gli occhi sul successore degli apostoli ed allo stesso tempo contempla il Cristo nella sua gloria.
La storia
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Cattedra papale di Assisi |
Tra le cattedre più
illustri e venerande per tradizione e significati teologici e rituali
emerge la cathedra romana o
lateranensis. È la
cattedra della Chiesa di Roma, il seggio esclusivo del Vescovo della
città bagnata dal sangue della testimonianza dei Corifei Pietro e
Paolo. È la sede del Pastore universale, del dominus papa,
così come era definito negli Ordines Romani e nei Pontificali
rinascimentali.
Dell'antica
cattedra romana non abbiamo nessuna testimonianza. Nel XIII secolo il
papa francescano Niccolò IV Masci (1288-1292), in seguito ad alcuni interventi già operati da Innocenzo III a san Pietro, restaurò ed
ampliò la cattedra della basilica del ss. Salvatore al Laterano di
poco successiva alla cattedra che lo stesso papa dispose nella
basilica superiore di Assisi. Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605),
a causa del decadimento strutturale dell'area dell'abside lateranense
fece smembrare la cattedra e sembra verosimile che i due leoni stanti
ed incedenti che formavano i braccioli della cathedra
romana siano stati reimpiegati
dal cardinale Cesare Baronio per la cattedra della sua chiesa
titolare dei ss. Nereo et Achilleo.
Cattedra della basilica dei ss. Nereo e Achilleo |
Papa Leone
XIII Pecci (1878-1903), visto il penoso stato di abbandono della cattedrale di Roma e
il pericolo legato alla struttura dell'abside costantiniana decretò
di risistemare l'intera area. Egli assegnò l'incarico all'architetto Francesco
Vespignani al quale si deve il prolungamento della navata, dove trova
posto il coro ligneo dei canonici lateranensi sotto le grandi
cantorie per gli organi, la ricomposizione del mosaico absidale e la
costruzione della nuova cattedra che si può ammirare oggi.
Dell'antica cattedra di Niccolò IV gli studiosi riconosco con certezza il suppedaneo. Una scritta coeva è stata ricomposta sui gradini che conducono al seggio e che ne costituiscono una precisa esegesi. Il papa che nelle celebrazioni ascende i gradini della sua sede vi trova scritto:
Dell'antica cattedra di Niccolò IV gli studiosi riconosco con certezza il suppedaneo. Una scritta coeva è stata ricomposta sui gradini che conducono al seggio e che ne costituiscono una precisa esegesi. Il papa che nelle celebrazioni ascende i gradini della sua sede vi trova scritto:
Hic
est papalis sedes et pontificalis
presidet
et Christi de iure vicarius isti
et
quia iure datur sedes romana vocatur
nec
debet vere nisi solus papa sedere
et
quia sublimis alii subdubtur in imis
Il simbolismo
Il suppedaneo originale
del XIII secolo è caratterizzato da una precisa simbologia. Sotto i
piedi del papa si trova un bassorilievo che raffigura quattro animali
disposti di spalle e di profilo in due coppie distinte
alternativamente collocate. Gli animali hanno l'effigie rivolta uno verso sinistra,
all'esterno, ed uno verso destra, all'interno. Delle
didascalie latine indicano l'identità degli animali simbolici
rappresentati. Si tratta dell'aspide, del leone, del drago e del
basilisco. Due coppie di animali reali e fantastici.
La lettura simbolica
procede dal Salmo 91(90),13 che recita:
- Nella raffigurazione del bassorilievo l'ordine del salmo è modificato e alternato.
- L'aspide secondo la riflessione cristiana alla luce della Sacra Scrittura è il tentatore di Gen 3, 1-4 ed il serpente antico di Ap 12,9; è quindi l'immagine del maligno che insidia l'uomo per allontarlo da Dio. Nell'immaginario medievale questa simbologia trae ragione dalla natura per cui l'aspide è un animale che colpisce all'improvviso e scava la sua tana nella terra, segno e simbolo della porta degli inferi. Facilmente l'aspide, per la sua lingua biforcuta, è divenuto anche il segno dell'eresia che divide la Chiesa. Trovare l'aspide sotto i piedi del Romano Pontefice rimanda al suo munus docendi ed alla fedeltà al Vangelo di Cristo per formare un unico popolo e vincere la separazione secondo l'eco biblica nel Salmo 110(109), 1: “Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi".
- Il leone ha nella tradizione simbolica antica, pagana prima e poi cristiana, una doppia valenza, positiva e negativa. Per il contesto, il gradino raffigurando il leone non si riferisce al segno positivo dell'animale, inteso come divinità solare e come simbolo, per la sua potenza, del Cristo risorto che vince le tenebre del peccato e della morte, simbolo di regalità e variamente impiegato all'interno delle Sacre Scritture;1 non è un Aslan/Cristo risorto che accompagna vigoroso e che si sacrifica, come raccontato nelle Cronache di Narnia di Lewis. Qui è invece segno delle forze del male come suggestivamente ricorda la 1Pt 5,8: “Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare”, versetto contenente la citazione del Salmo 22,14 “un leone che sbrana e ruggisce”.
- Il drago, primo degli animali fantastici, ha una reminiscenza biblica nell'Apocalisse di Giovanni (Ap 12-13). La simbologia del drago è ricchissima di riferimenti, non ultimo l'estremo oriente che lo raffigura ancora. Nei Bestiari medievali il drago è solo il simbolo del demonio, significato derivato dalla bestia apocalittica. In questo senso raffigurare il drago sotto i piedi del Vescovo di Roma è il segno ancora una volta della vittoria di Cristo sul male.
- Il basilisco. Plinio nella sua Storia naturale2 ricorda che si tratta del più terribile dei rettili che viene vinto dalla piccola donnola che lo addenta al collo o al ventre e si fa uccidere piuttosto che mollare la presa. Il basilisco, anticamente inteso come capo dei serpenti, è ancora oggi uno dei simboli dei satanisti e la donnola che lo attacca, piccola ed indifesa rispetto agli artigli del basilisco, è il simbolo del Cristo che sconfigge le forze del male e toglie l'uomo dal dominio dell'accusatore.
- Il
salmista probabilmente non aveva in mente tutti i dettagli che
abbiamo cercato di esporre, ma sicuramente ha voluto rappresentare,
con la citazione di questi animali, tutta la paura che l'uomo prova
nella vita e che raccoglie idealmente nelle caratteristiche degli esseri citati.
L'artista, verosimilmente, componendo l'iconografia del gradino non ha fatto altro che consegnare ai posteri il ministero del Vescovo di Roma che in quanto successore di Pietro e Vicario di Cristo, come si desume dalla citazione precedente disposta sugli altri gradini, conferma i fratelli nella fede gettando sotto i suoi piedi ciò che attenta all'unità della Chiesa e della sua dottrina, alle forze del male che cercano di sconvolgere il popolo redento. La cattedra è oggi, per noi, un simbolo Pasquale, un simbolo del Cristo che risorge vittorioso, e del Papa che non è innalzato in quanto uomo, ma che svolge la sua missione di pastore a servizio del popolo che gli viene affidato (Gv 21,15-19).
La preghiera
Con la pubblicazione da
parte dell'Ufficio delle Celebrazioni del Sommo Pontefice del nuovo
rituale per l'inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma si è
provveduto alla sistemazione dei riti per l'insediamento del Romano
Pontefice sulla sua cattedra.
Il rito intotolato Sessio in cathedra romana, che avviene dopo il canto del Kyrie eleison, consiste in una monizione del Cardinale Vicario, nell'invocazione ad multos annos che il popolo di Roma rivolge al suo vescovo e nel rito dell'"obbedienza" di una rappresentanza dei fedeli della Chiesa di Roma al canto dell'inno Divina vox desunto dal Vespro della festa della Cattedra di san Pietro.
Il rito intotolato Sessio in cathedra romana, che avviene dopo il canto del Kyrie eleison, consiste in una monizione del Cardinale Vicario, nell'invocazione ad multos annos che il popolo di Roma rivolge al suo vescovo e nel rito dell'"obbedienza" di una rappresentanza dei fedeli della Chiesa di Roma al canto dell'inno Divina vox desunto dal Vespro della festa della Cattedra di san Pietro.
Il
testo pronunciato dal cardinale Vicario afferma:
Beatissimo Padre, la Chiesa che vive in Roma partecipa con letizia alla presa di possesso della tua Cattedra, che è la Cattedra di Pietro, sopra il quale è fondata la Chiesa. Come il vignaiolo che sorveglia dall'alto la vigna sei posto in posizione elevata per prestare sollecita attenzione al popolo che ti è affidato. Ricorda che occupi la cattedra pastorale per provvedere al gregge di Cristo. Il tuo onore è l'onore di tutta la Chiesa ed è per i tuoi fratelli valido e sicuro sostegno; sarai veramente onorato quando a ciascuno è riconosciuto l'onore che gli spetta. E tu sei il Servo dei Servi di Dio.
Il testo previsto nella nuova versione dei riti di insediamento afferma:
Beatissimo Padre, la Santa Chiesa che è in Roma oggi esulta di gioia nel Signore nell’accogliere il suo vescovo, il successore dell’Apostolo Pietro, che prende possesso della sua Cattedra. Questo è il luogo eletto e benedetto, dal quale, fedelmente nello scorrere dei secoli, la roccia sulla quale è fondata la Chiesa conferma nella verità della fede tutti i fratelli, presiede nella carità tutte le Chiese e con ferma dolcezza tutti guida sulle vie della santità. Alla Trinità beata s’innalza il nostro inno di lode e di gratitudine e la nostra supplice intercessione perché da un confine all’altro della terra si formi un solo gregge sotto un solo Pastore. Beatissimo Padre, con devozione filiale, ci professiamo obbedienti e docili al suo magistero e alla sua guida.
Auguriamo
al nuovo papa, in attesa di vedere il suo insediamento e di ascoltare
queste parole, di essere il vignaiolo solerte e sollecito verso i
cristiani del mondo, ma sopratutto verso di noi, romani, figli della
Chiesa che il Signore gli ha affidato.
Bibliografia
Ufficio
delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, Inizio
del ministero petrino del Vescovo di Roma Benedetto XVI, Libreria
editrice vaticana, Città del Vaticano 2006.
________,
Ordo rituum pro ministerii petrini initio Romae episcopi, e
Civitate Vaticana 2005
Jounel,
P. , «Luoghi
della celebrazione», in Liturgia,
ed.
D. Sartore – A.M. Triacca – C. Cibien, San Paolo, Cinisello
Balsamo 2001, 1110-1125.
Mazzilli
Savini, M.T., «Leone», in Iconografia
e Arte cristiana, ed.R.
Cassanelli – E. Guerriero, II, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004,
816-817.
Ravasi,
G., Il libro dei
Salmi,
II, Edizioni Dehoniane, Bologna 1999, 913-916.
1Gen
49, 9-13; Eccl. 47; Gdc 14, 6-9; 1Sam 17, 32-37...
2XXIX,
14.
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